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Quest’ estate abbiamo avuto la fortuna di visitare nuovamente l’high line di New York, e come sempre siamo rimasti esterrefatti davanti ad un progetto tanto ben riuscito. Ancora una volta ci siamo goduti metro per metro questo incredibile parco urbano lineare, consci del fatto che senza un azione partecipata tra cittadini ed amministrazione, tutto questo sarebbe diventato solo un altro pezzo edificato di città.

La storia

Il progetto dell’High Line nasce nel 1934 come parte della linea ferroviaria sopraelevata West Side, che connetteva l’area di Manhattan dalla 34ima fino al St. John Park Terminal. Nel 1980 la ferrovia viene abbandonata e a partire da qualche anno dopo si inizia a pensare alla sua demolizione. Fortunatamente i cittadini del quartiere decidono di riunirsi e proporre una nuova funzione dello spazio. L’idea è quella di conservare il percorso sopraelevato e trasformarlo in un rigoglioso parco lineare ad uso di tutti gli abitanti del quartiere e della città. Per perseguire nell’intento, nel 1999 viene fondata l’associazione “Friend of the High Line” che si oppone alla demolizione e allo stesso tempo porta avanti uno studio per la riqualificazione dell’infrastruttura che risulta essere economicamente più conveniente. L’associazione, in collaborazione del comune di New York, decide di operare una selezione tra gli studi che possono occuparsi della riqualificazione dell’area.  Viene selezionato lo studio di architettura del paesaggio James Corner Field Operations in collaborazione con Diller Scofidio+Renfo e Piet Oudolf (per gli aspetti vegetazionale). Nel 2005 la CSX Transportation Inc. dona ufficialmente l’infrastruttura alla città, e quattro anni dopo apre al pubblico il primo tratto del parco lineare. Nel 2011 viene inaugurata anche la seconda sezione dell’ex ferrovia e nel 2014 apre infine l’ultimo tratto.

L’high line è una storia a lieto fine che nasce dall’iniziativa dei cittadini e dalla loro necessità di reinventare uno spazio pubblico nel cuore di una delle città più frenetiche del mondo occidentale, dominata da grattacieli di cemento e vetro e circondata da asfalto. L’associazione “Friends of the High Line” è stata in grado di opporsi agli interessi dei proprietari terrieri che volevano la ferrovia demolita ed il suolo pronto per nuove speculazioni edilizie. Invece, attraverso un proficuo dialogo con la municipalità, i cittadini sono riusciti ad ottenere uno spazio pubblico ad uso di tutta la città che oggi è diventata un’attrazione turistica che richiama sempre più visitatori. Inoltre, l’associazione si occupa di gestire spazi ed eventi nell’area fornendo anche dei punti informativi che raccontano la storia dell’High Line. Anche la progettazione del percorso è stato frutto di un’esperienza partecipata con i residenti, che hanno apportato spunti e suggerimenti per la realizzazione dell’intero tracciato.

Tra gli elementi più entusiasmati c’è sicuramente la maestria nell’uso della vegetazione. Quello che balza subito all’occhio passeggiando tra i vecchi binari conservati all’interno della pavimentazione in moduli di cemento è l’esuberanza delle specie vegetazionali scelte. Una varietà infinita di piante autoctone, mescolate tra erbacee, arbusti ed alberi di piccole dimensioni, che regalano sfumature di colori e odori inebrianti lungo l’interno percorso. La scelta dei progettisti è stata quella di mantenere e mettere a sistema il più alto numero possibile di specie native che già a partire dagli anni ’80, a seguito dell’abbandono della ferrovia, avevano iniziato a ripopolare la ferrovia. Il motto che hanno seguito è stato quello di “keep it wild”, ed il risultato è davvero stupefacente. Inoltre, il sistema verde è stato pensato nel suo insieme al fine di ricreare la maggior superficie di suolo permeabile in grado di trattenere l’acqua e funzionando quindi come un grande tetto verde.